L’avvocato veneziano

L'avvocato Veneziano

di Carlo Goldoni

Carlo Goldoni nelle sue “Memoires”, Parte Seconda, Capitolo XIII, scrive:

A Il Padre di Famiglia feci succedere un soggetto pure importante e virtuoso che incontrò infinitamente, e fu dal pubblico collocato nella classe delle mie prime produzioni. 

Questo è L’Avvocato veneziano. È vero che nella commedia dell’Uomo prudente avevo dato saggio del mio antico stato di criminalista in Toscana; ma con questa volli rinfrescare la memoria ai miei compatrioti, che ero stato avvocato civile anche a Venezia.

Trama:

Alberto deve portarsi a difendere una causa a Rovigo, capitale del Polesine negli Stati di Venezia. 

Arriva in questa città, e le sue conoscenze lo introducono nelle buone conversazioni, nelle quali s’imbatte in Rosaura, che è l’avversaria di Florindo suo cliente; Alberto trova bellissima e amabile questa signorina, e se ne innamora. Un giorno Florindo si reca in casa del suo avvocato, lo trova occupato nel suo affare, e si trattiene a discorrere con lui sopra le ragioni della parte contraria. Alberto non ne fa caso alcuno, ed è sicuro della vittoria.

Intanto dà negli occhi a Florindo una tabacchiera, che si trova sul tavolo dell’avvocato; l’apre casualmente, vi vede il ritratto di Rosaura ed entra subito in diffidenza del suo difensore. Alberto però, sincero quanto intrepido, confessa la sua passione e procura di porre in calma l’animo agitato di Florindo, accertandolo della sua probità. Con tutto questo il cliente non pare troppo contento; Alberto allora impiega tutta la sua eloquenza per fargli capire che, nel caso in cui si trovano, l’onore dell’avvocato è nelle mani del cliente, e per conseguenza il difetto di fiducia da parte sua gli farebbe perdere reputazione. Florindo resta convinto e si arrende. 

Si presentano davanti al giudice le parti litiganti, e Alberto difende la causa con tutta la forza ed energia che può ispirargli l’onore e il dovere; vince la lite e rende infelice la sua bella. Rosaura aveva un amante che l’avrebbe sposata, se fosse stata ricca, ma l’abbandona nel vederla soccombente. 

Alberto peraltro, dopo aver adempiuto il suo dovere, appaga l’inclinazione del suo cuore, e siccome fu strumento della rovina di Rosaura, le offre la mano, la sposa, e divide seco la sua fortuna.

Tutti furon contenti della mia commedia; i miei confratelli poi, assuefatti a veder la toga posta in ridicolo in tutte le antiche commedie dell’arte, erano molto soddisfatti della bella comparsa ond’io l’onorai.”.

Note di regia:

Come in altre commedie di Goldoni il cui protagonista sia impegnato nel riscatto sociale e morale di valori quali laboriosità, morigeratezza, onestà , anche L’avvocato veneziano esalta la virtù personale e la difesa della dignità professionale, messe a rischio dall’urgere di passioni vitali come l’amore, da interessi non limpidi degli avversari o semplicemente dalla diffidenza.

Attraverso la figura di Alberto Casaboni, personaggio fra i suoi più “autobiografici”, in questa commedia Goldoni riversa e trasfigura, come vuole la sua poetica, oltre alla ricca esperienza di vita, anche quella professionale di avvocato, unendole all’osservazione critica e affettuosa (ma non indulgente) della società contemporanea: il Mondo che entra nel Teatro e si fonde con il Teatro.

Avvocatura e Teatro, già coniugati dall’Autore in una ventina di commedie, trovano ne L’avvocato veneziano il più ampio e articolato sviluppo, quasi un rispecchiamento, incontrandosi non solo nei tanti riferimenti all’arte oratoria e addirittura a quella dell’improvvisazione (che Goldoni dovrebbe avere in sospetto), ma, più in profondità, nell’amore per la verità su cui si fonda il ponto d’onor dell’avvocato e, a legger bene, dell’uomo di teatro. Con la sua forte carica morale, grazie alla precisione delle psicologie e alla verosimiglianza delle situazioni, L’avvocato veneziano è una tessera significativa nel mosaico della riforma, in cui il terso realismo si giova di enigmatiche zone d’ombra e, almeno in quanto emblematica della svolta professionale del grande commediografo, perfino di scorci simbolici, che si è cercato di mettere in evidenza.

Beppe De Meo

Associazione Artistica Benvenuto Cellini ©