Così è (se vi pare)

Così è (se vi pare)

di Luigi Pirandello

Fu rappresentata per la prima volta il 18 giugno 1917, per quanto l’autore ne avesse comunicato la conclusione al figlio Stefano due mesi prima.

Pirandello ne presentò una nuova edizione arricchita nel 1925, adattandola alla rappresentazione teatrale e modificandola quasi completamente.

La commedia è suddivisa in tre atti, articolati a loro volta in sei scene il primo e nove i restanti.

All’interno del testo si fa più volte riferimento al terremoto della Marsica, veramente avvenuto nel 1915, durante il quale sarebbero morti tutti i parenti della signora Frola e il loro paese raso al suolo.

Trama:

La vita di una tranquilla cittadina di provincia viene scossa dall’arrivo di un nuovo impiegato, il Signor Ponza, e della suocera, la Signora Frola, scampati ad un terribile terremoto nella Marsica.
Si mormora, tuttavia, che assieme ai due sia giunta in città anche la moglie del Signor Ponza, anche se nessuno l’ha mai vista. 

Il trio viene così coinvolto nelle chiacchiere del paese, che vedono il signor Ponza come un “mostro” che impedisce alla suocera di vedere la figlia tenuta chiusa a chiave in casa.

Negli ambienti benpensanti ci si muove, quindi, affinché sia messa in luce la verità e chiarita la vicenda.

Alla fine, dopo una vana ricerca di prove certe tra i superstiti del terremoto, viene condotta a casa di Agazzi la moglie del signor Ponza, l’unica in grado di risolvere la questione mettendo a conoscenza di tutti la verità.

Ma essa…

Note di regia:

Il teatro nasce e si sviluppa, nelle sue origini e anche dopo, grazie a quello che viene definito il “conflitto drammatico”: è il conflitto, inteso non in senso fisico e distruttivo, ma in senso intellettuale, concettuale, culturale, psicologico, etc. che si mostra essere genitore di novità, di progresso, di civiltà.

Sembrerebbe dunque ovvio che in ogni opera concepita per il teatro fosse data ai personaggi, prima, e al pubblico, poi, la possibilità di vivere questo benedetto conflitto. 

Il teatro nasce e si sviluppa, nelle sue origini e anche dopo, grazie a quello che viene definito il “conflitto drammatico”: è il conflitto, inteso non in senso fisico e distruttivo, ma in senso intellettuale, concettuale, culturale, psicologico, etc. che si mostra essere genitore di novità, di progresso, di civiltà.

Sembrerebbe dunque ovvio che in ogni opera concepita per il teatro fosse data ai personaggi, prima, e al pubblico, poi, la possibilità di vivere questo benedetto conflitto.

La grandezza geniale di “Così è (se vi pare)” di Pirandello, a mio parere, invece, consiste proprio nel farci credere di vivere confronti aspri, ma che da nessuna parte conducono. C’è, nelle parti che si contrappongono, una inamovibilità sconcertante. 

Gli unici moti che appaiono sembrano essere quelli del gruppo di borghesi-burocrati-benpensanti che di volta in volta si schiera (o vorrebbe farlo) con uno dei due apparenti contendenti (Ponza e la signora Frola): e ogni volta che lo fa, sembra voler far sentire il proprio peso al momentaneo alleato, come se si trattasse  di pedine

 del gioco della “Dama” che si accumulano sopra quella che al momento sembra essere la dominante. Per poi, però, gettarsi in soccorso del nuovo apparente vincitore. E’ un continuo trascorrere tra una posizione e un’altra. Ma è, questo, Divenire?

Credo proprio di no. In questo ordinato ma sconclusionato movimento dei protagonisti del gruppo, di cui ho detto prima, non c’è alcun obiettivo, non c’è una meta da raggiungere: è un andare da qui a lì e da lì a qui, solo per salvaguardare una tranquillante sicurezza: parafrasando il Gattopardo: cambiare sempre, spesso, per non cambiare mai.

Così come inamovibili, fissi, quasi eternati nella loro immobile tragica follia schizoide sono i due antagonisti (Ponza e Frola): ognuno con lo sguardo annebbiato dal dolore e dalla personale relativa pazzia rivolto unicamente dentro di sé.

E la signora Ponza? Nella sua immutabilità cangiante, sembra non mostrare alcuna strada possibile al soddisfacimento della domanda di Laudisi, se non quella della apparenza, diversa per ogni soggettività: la strada delle ombre…

Giuliano Polato

Associazione Artistica Benvenuto Cellini ©